sabato 31 ottobre 2015

APPARIZIONI E MESSAGGI DELLA MADONNA AD AKITA

Si stanno avverando le profezie di Akita.

Il 12 giugno 1973, suor Agnese Katsuko Sasagawa, una religiosa dell’Ordine delle Serve dell’Eucarestiasente una voce (la religiosa è completamente sorda), e mentre prega vede una luce brillante provenire dal tabernacolo, questo fenomeno si verifica per diversi giorni.

APPARIZIONI E MESSAGGI DELLA MADONNA AD AKITA
Anche l'oriente cattolico ha le sue apparizioni della Vergine, rice­ve i suoi messaggi e riscuote l'at­tenzione dell'opinione pubblica. In Giappone, ad Akita, qualcosa di ecce­zionalmente fuori della norma, ha fat­to pensare 115 milioni di nipponici, cri­stiani e non (i primi costituiscono una minoranza), i quali davanti ai telescher­mi e attraverso i canali d'informazione giornalistica hanno seguito con molto interesse le vicende che ci apprestiamo a riportare.
Ogni continente sembra avere or­mai la sua «Medjugorje», che cosa sta avvenendo?
Mai prima d'ora si era assistito ad un proliferare di manifestazioni «so­prannaturali» e tanto meno in luoghi impensabili come uno sperduto conven­to nei pressi e piccolo centro della diocesi di Niigata in un Giappone che conta all'incirca 400.000 cattolici soltanto.
Il piccolo e sperduto convento del­l'Istituto delle Serve dell'Eucarestia, è una specie di inno alla povertà, basti di­re che il presbiterio è stato ricavato da un vetusto pollaio. Per 4/5 mesi all'an­no coloro che lo abitano, oltre alla man­canza di comodità, si ritrovano sepolti dalla neve, in condizioni di vita diffici­li, che solo una energica scelta religiosa conciliano nei confronti della realtà.
I fatti straordinari iniziarono a ma­nifestarsi dal 12 giugno 1973, per tre giorni consecutivi, a Suor Agnese Sasa­gawa Katsuko, la quale osservò dei rag­gi luminosi provenire dal tabernacolo della cappella.
Il 24 giugno, Corpus Domini, i rag­gi luminosi erano ancor più splendenti. Il 28 giugno, vigilia della festa del Sacro Cuore, una ferita a forma di cro­ce, di considerevoli dimensioni, si for­mò sul palmo della mano sinistra di Suor Agnese.
Una ferita simile comparve il 6 lu­glio 1973 nella mano destra della statua della Vergine (somigliante alla Medaglia Miracolosa di Rue de Bac-Parigi) che di­venne centro di sconcertanti eventi.
Da quella ferita a forma di croce iniziò a colare sangue. Il fenomeno si ri­petè altre volte.
Venerdì 29 giugno, festa del Sacro Cuore, degli angeli apparvero intorno all'altare cantando il «Sanctus».

L'angelo custode

Venerdì 6 luglio, una donna appar­ve a Suor Agnese verso le ore tre del mattino dicendole: «Non temere, sono colei che sta presso di te e ti custodisce, seguimi».
Solo più tardi la religiosa compre­se chi fosse: si trattava del suo angelo custode, che aveva preso le sembianze della sorella defunta.
L'angelo le disse: «Non avere pau­ra, ma prega per i tuoi peccati, ma non solo, anche in riparazione per tutti gli uomini. Il mondo attuale ferisce il San­tissimo Cuore di Gesù con la sua ingra­titudine ed i suoi oltraggi. La ferita della mano della SS. Vergine Maria è molto più profonda della tua. Ora andiamo in­sieme in cappella...».
Giunti a destinazione l'angelo spa­rì. Suor Agnese si ritrovò in adorazio­ne dinanzi al tabernacolo. Poi si avvicinò alla statua della Vergine per controllare la profondità della ferita. Una dolce e misteriosa voce prove­ní dall'immagine scolpita nel legno:
Prima apparizione
Messaggio del 6 luglio 1973
"Figlia mia, mia novizia, mi hai obbedito bene abbandonando tutto per seguirmi. E’ dolorosa l’infermità alle tue orecchie? La tua sordità sarà guarita, stanne certa. La ferita alla tua mano ti fa soffrire? Prega in riparazione ai peccati degli uomini. Ogni persona in questa comunità è la ma insostituibile figlia. Recitate bene la preghiera delle Serve dell’Eucarestia? Allora recitiamola insieme:
Sacratissimo Cuore di Gesù, realmente presente nella Santa Eucarestia, io consacro il mio corpo e la mia anima per essere interamente uniti con il Tuo Cuore che viene sacrificato in ogni istante in tutti gli altari del mondo, dando lode al Padre e invocando la venuta del Suo Regno. Ti prego, ricevi l’umile offerta di me stessa. Usami come desideri per la gloria del Padre e per la salvezza delle anime.
Santissima Madre di Dio, non farmi essere separata dal tuo Divino Figlio. Ti prego, difendimi e proteggimi come tua figlia particolare. Amen".
Alla fine della preghiera la voce dice:
"Prega molto per il Papa, i vescovi e i preti. Dal momento del tuo Battesimo hai sempre pregato per loro con fede. Continua a pregare molto, moltissimo. Racconta al tuo superiore tutto quello che è successo oggi e obbedisci a tutto ciò che ti dirà. Egli ha chiesto che tu preghi con fervore".
Il 25 luglio il fondatore dell'istitu­to, Mons. Itò, Vescovo della Diocesi di Niigata, si recò al convento.
Seguì sempre da vicino gli eventi di presunta origine soprannaturale, appro­vandoli al termine di attenti controlli.
Il 26 luglio dalla mano della statua il sangue di colore scuro cola abbondan­temente. Il giorno dopo le fitte lanci­nanti alla mano di Suor Agnese hanno termine, preannunciate dall'angelo.

I messaggi per il mondo

Il 3 agosto la voce della Madonna cominciò il secondo messaggio a Suor Agnese:
Seconda apparizione

Messaggio del 3 agosto 1973

"Figlia mia, mia novizia, ami il Signore? Se ami il signore ascolta quello che ho da dirti. E’ molto importante. Lo riferirai al tuo superiore.
Molti uomini in questo mondo fanno soffrire il Signore. Io desidero anime che lo consolino per placare la collera del Padre Celeste. Desidero, con Mio Figlio, anime che dovranno riparare, per mezzo della loro sofferenza e della loro povertà, per i peccatori e gli ingrati.
Affinché il mondo possa conoscere la Sua ira, il Padre Celeste si sta preparando a infliggere un grande Castigo su tutta l’umanità.
Con Mio Figlio sono intervenuta tante volte per placare l’ira del Padre. Ho impedito l’arrivo di calamità offrendogli le sofferenze del Figlio sulla Croce, il Suo prezioso sangue e le anime dilette che Lo consolano formando una schiera di anime vittime. Preghiera, penitenza e sacrifici coraggiosi possono attenuare la collera del Padre. Io desidero anche questo dalla vostra comunità…che ami la povertà, che si santifichi e preghi in riparazione per l’ingratitudine e le offese di tanti uomini.
Recitate la preghiera delle Serve dell’Eucarestia consapevoli del suo significato. Mettetela in pratica; offrite in riparazione per i peccati tutto ciò che Dio può mandare. Fai in modo che tutte si sforzino, secondo le capacità e la posizione, di offrirsi interamente al Signore.
Anche in un istituto secolare la preghiera è necessaria. Già le anime che vogliono pregare stanno per essere radunate. Senza dare troppa importanza alla forma, siate fedeli e ferventi nella preghiera per consolare il Maestro".
E dopo un attimo di silenzio:
"Quello che pensi in cuor tuo è vero? Sei sinceramente decisa a diventare la pietra scartata? Mia novizia, tu che desideri appartenere senza riserve al Signore per diventare la degna sposa dello Sposo, fai i tuoi voti sapendo che devi essere appesa alla croce con tre chiodi. Questi tre chiodi sono: povertà, castità e obbedienza. Dei tre l’obbedienza è fondamentale. Nel totale abbandono, fatti guidare dal tuo superiore. Egli saprà come capirti e indirizzarti".
Frasi queste che riportano all'An­tico Testamento.
Il messaggio nella sua parte finale anticipa inoltre la benevolenza del su­periore verso gli eventi e gli ostacoli po­sti dal primo comitato di studio contro gli tesi; ciò che realmente avvenne.
Sudorazioni impressionanti, lacri­mazioni e sanguinamenti abbondanti, profumi ineffabili, continuavano a ca­ratterizzare la statua della Vergine di Akita.
Il 13 ottobre 1973 una luce miste­riosa incominciò ad inondare la cappel­la, mentre un'essenza indescrivibile permeava l'ambiente, proveniente dal­la statua.
La SS. Vergine era lì, pronta a da­re il terzo messaggio, il più importante:
Terza e ultima apparizione
Messaggio del 13 ottobre 1973
"Mia cara figlia, ascolta bene ciò che ho da dirti. Ne informerai il tuo superiore".
Dopo un attimo di silenzio la Madonna continua dicendo:
"Come ti ho detto, se gli uomini non si pentiranno e non miglioreranno se stessi, il Padre infliggerà un terribile castigo su tutta l’umanità. Sarà un castigo più grande del Diluvio, tale come non se ne è mai visto prima. Il fuoco cadrà dal cielo e spazzerà via una grande parte dell’umanità, i buoni come i cattivi, senza risparmiare né preti né fedeli. I sopravvissuti si troveranno così afflitti che invidieranno i morti. Le sole armi che vi resteranno sono il Rosario e il Segno lasciato da Mio Figlio. Recitate ogni giorno le preghiere del Rosario. Con il Rosario pregate per il Papa, i vescovi e i preti.
L’opera del diavolo si insinuerà anche nella Chiesa in una maniera tale che si vedranno cardinali opporsi ad altri cardinali, vescovi contro vescovi. I sacerdoti che mi venerano saranno disprezzati e ostacolati dai loro confratelli…chiese ed altari saccheggiati; la Chiesa sarà piena di coloro che accettano compromessi e il Demonio spingerà molti sacerdoti e anime consacrate a lasciare il servizio del Signore. Il demonio sarà implacabile specialmente contro le anime consacrate a Dio. Il pensiero della perdita di tante anime è la causa della mia tristezza. Se i peccati aumenteranno in numero e gravità, non ci sarà perdono per loro.
Con coraggio, parla al tuo superiore. Egli saprà come incoraggiare ognuna di voi a pregare e a realizzare il vostro compito di riparazione. E’ il vescovo Ito, che dirige la vostra comunità".
E dopo aver sorriso aggiunge:
"Hai ancora qualcosa da chiedere? Oggi sarà l’ultima volta che io ti parlerò in viva voce. Da questo momento in poi obbedirai a colui che ti è stato inviato e al tuo superiore.
Prega molto le preghiere del Rosario. Solo io posso ancora salvarvi dalle calamità che si approssimano. Coloro che avranno fiducia in me saranno salvati".
Molti teologi hanno rifiutato que­sto messaggio; il dossier su Akita è giun­to intanto, nel 1982, in sede vaticana.
Il messaggio catastrofico e grave che contiene non rappresenta una no­vità, semmai una ulteriore conferma.
Mistici, profeti, veggenti, da mol­te parte della Terra hanno detto le stes­se cose. Ma il peggio però è sempre evitabile, lo dice la stessa Madonna a Medjugorje, a Kibeho e in altri luoghi, anche ad Akita, indicando la soluzione nella preghiera del cuore, affermando che questa può arrestare ogni calamità naturale e la mano di... Dio!
Non sono pertanto messaggi di richiami pressanti data la gravità della situazione
Ed infatti, verso la fine del terzo messaggio a Suor Agnese, rimane la spe­ranza: «Recitate molti rosari. Io sola posso ancora salvarvi dalle disgrazie che si annunciano. Chiunque avrà fiducia in me sarà salvato».
Si deduce che è necessaria la par­tecipazione umana, che senza di questa anche il piano divino, in pieno rispetto della libertà di ognuno, può fallire!

Anche i sacerdoti vedono

Il 13 ottobre 1974 Suor Agnese guarì istantaneamente dalla sua sordi­tà. Il beneficio durò sei mesi.
Ma l'ultima domenica del mese di maggio del 1982, la promessa della Ver­gine si compì definitivamente, ritrovan­do l'udito, il giorno di Pentecoste.
Il 4 gennaio 1974 la statua della Vergine di Akita si mise a lacrimare ab­bondantemente.
Il Vescovo Itò, Tomas Josuda (cappellano e direttore spirituale della veggente) e Padre Joseph Marie Jacq (a cui dobbiamo le dettagliate informazio­ni su Akita) furono più volte testimoni dell'avvenimento, che l'angelo, così in­terpretò: «Non siate stupiti di vedere la SS. Vergine Maria piangere. Una sola anima cha si converte è preziosa al suo cuore. Essa manifesta il suo dolore per ravvivare la vostra fede, così incline ad affievolirsi».
Furono contate 101 lacrimazioni (fino al 15 settembre 1981).
Gli esami della medicina legale del­l'Università di Akita e di Gifu hanno stabilito che si tratta realmente di sudo­re, di lacrime umane e di sangue (grup­po «0»).
Tale abbondanza esclude la mani­polazione.
Mons. Itò ha riconosciuto come so­prannaturali gli avvenimenti di Akita tramite un lungo messaggio, letto nelle chiese durante la Messa della domenica di Pasqua del 22 aprile 1984.
Il 15 febbraio 1950, la Madonna tramite un'anima consacrata promise: «Il Giappone si convertirà»!
Nel Nuovo Testamento frasi sibil­line annunciano che quando il Vangelo di Gesù Cristo sarà predicato ovunque avverranno grandi cose.
Oggi l'informazione corre veloce e con l'impiego dei satelliti artificiali nuo­vi ponti uniscono i continenti del pia­neta. Sono solo coincidenze? (Piero Mantero) (Tratto da: “Il Segno” 9/1988)
Fonte:http://www.preghiereagesuemaria.it/libri/akita%20colei%20che%20piange%20in%20giappone.htm

giovedì 29 ottobre 2015

Dio non condanna, ma ama.

Dio piange perchè ama ..non condanna ma aspetta!!

Dio non condanna, ma ama. Questa è la nostra vittoria. Lo dice papa Francesco, nella omelia a Santa Marta. Spiegando la lettura in cui San Paolo dice chi sono i veri vincitori - «se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Se Dio ci salva, chi ci condannerà?», Bergoglio sottolinea che «noi siamo i vincitori non perché abbiamo questo dono in mano, ma per un’altra cosa. La cosa che ci fa vincere o almeno se noi vogliamo rifiutare la vittoria sempre potremo vincere, è il fatto che niente potrà mai separarci dall’amore di Dio, che è in Cristo Gesù nostro Signore. Non è che noi siamo vincitori sui nostri nemici, sul peccato. No! Noi siamo tanto legati all’amore di Dio, che nessuna persona, nessuna potenza, nessuna cosa ci potrà separare da questo amore. Paolo ha visto nel dono, ha visto di più, quello che dà il dono: è il dono della ricreazione, è il dono della rigenerazione in Cristo Gesù. Ha visto l’amore di Dio. Un amore che non si può spiegare».
La debolezza di Dio, la sua impotenza, spiega il Papa è nella sua incapacità di non amare: «Ogni uomo, ogni donna può rifiutare il dono, preferire la sua vanità, il suo orgoglio, il suo peccato. Ma il dono c’è: il dono è l’amore di Dio, un Dio che non può staccarsi da noi. Quella è l’impotenza di Dio. Noi diciamo: ‘Dio è potente, può fare tutto!’. Meno una cosa: staccarsi da noi! Nel Vangelo quell’immagine di Gesù che piange sopra Gerusalemme, ci fa capire qualcosa di questo amore. Gesù ha pianto! Pianse su Gerusalemme e in quel pianto è tutta la impotenza di Dio: la sua incapacità di non amare, di non staccarsi da noi».
Questo amore di Dio è la nostra vera vittoria, la nostra sicurezza. «Dio non condanna», dice papa Francesco, «può solo amare. Gesù piange su Gerusalemme che uccide i suoi profeti, quelli che annunciano la sua salvezza. E Dio dice a Gerusalemme e a noi a tutti: “Quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli come una chioccia i suoi pulcini sotto le ali e voi non avete voluto!”. E’ una immagine di tenerezza. Quante volte ho voluto far sentire questa tenerezza, questo amore, come la chioccia con i pulcini e voi avete rifiutato. Per questo San Paolo capisce e può dire che è persuaso "che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun'altra cosa potrà mai separarci da questo amore”. Dio non può non amare! E questa è la nostra sicurezza. Io posso rifiutare quell’amore, posso rifiutare come ha rifiutato il buon ladrone, fino alla fine della sua vita. Ma lì lo aspettava quell’amore. Il più cattivo, il più bestemmiatore è amato da Dio con una tenerezza di padre, di papà. E come dice Paolo, come dice il Vangelo, come dice Gesù: "Come una chioccia con i pulcini". E Dio il Potente, il Creatore può fare tutto: Dio piange! In questo pianto di Gesù su Gerusalemme, in quelle lacrime, è tutto l’amore di Dio. Dio piange per me, quando io mi allontano; Dio piange per ognuno di noi; Dio piange per quelli malvagi, che fanno tante cose brutte, tanto male all’umanità… Aspetta, non condanna, piange. Perché? Perché ama!».

domenica 18 ottobre 2015

Un giorno il Signore arriverà.






IL RITORNO DI CRISTO: SIAMO PRONTI ?

(1 Tessalonicesi 5:1-11)


Nel brano di 4:13-18, Paolo ci ha insegnato vari fatti importanti che riguardano quel che succede ai credenti che muoiono prima del ritorno di Cristo, e cosa succederà quando Gesù ritornerà.
Nel brano che vogliamo considerare oggi, capitolo 5:1-11, Paolo spiega come la realtà del ritorno di Cristo dovrebbe trasformare il modo in cui viviamo. Ci esorta a vivere alla luce del ritorno di Cristo.

sarà senza preavviso
La Bibbia parla moltissimo del ritorno di Cristo per giudicare il mondo, sia nell'AT che nel NT. Però, Dio NON rivela QUANDO Cristo ritornerà. Egli ci chiama ad essere sempre pronti. È inutile parlare di una data.
Tenendo questo in mente, leggiamo 1 Tessalonicesi 5:1,2.

1 Quanto poi ai tempi e ai momenti, fratelli, non avete bisogno che ve ne scriva; 2 perché voi stessi sapete molto bene che il giorno del Signore verrà come viene un ladro nella notte. (1 Tessalonicesi 5:1-2)
Il punto qui è chiaro: non c'è bisogno che vi scriva riguardo a una data, perché voi stessi sapete molto bene che il giorno del SIGNORE verrà senza preavviso, come un ladro viene senza preavviso. È inutile parlare di quando verrà, la cosa importante è sapere che quel giorno arriverà sicuramente.
le conseguenze per chi non è già salvato
Quando Cristo ritornerà, i non credenti non saranno pronti. Il versetto 3 ci spiega come sarà l'arrivo di Cristo per loro.
"Quando diranno: pace e sicurezza, allora una rovina improvvisa verrà loro addosso, come le doglie alla donna incinta; e non scamperanno."
Tante persone non credono veramente che Cristo ritornerà per giudicare il mondo, e perciò, non hanno timore di Dio. Si sentono in pace e tranquilli per quanto riguarda il giudizio finale, non perché sanno di essere pronti, ma perché non credono che ci sarà, o non credono che il metro di Dio sarà tanto difficile da superare.
Vediamo questo stesso atteggiamento nell'AT quando Dio stava per giudicare Israele e poi Giuda. Egli li aveva avvertiti tante volte tramite i profeti che avrebbe mandato il giudizio. Ma essi non credevano, e quando arrivò quel terribile giorno, se ne stavano in pace e tranquillità.
La situazione oggi è uguale. Dio ci dichiara che Gesù Cristo ritornerà per giudicare il mondo. Però, le persone non credono. Non temono il giudizio. Credono di essere al sicuro. Perciò, quando Cristo arriverà, sarà una rovina improvvisa per loro. Sarà una rovina terribile, eterna e totale.
In 2 Tess. 1:7-9, impariamo in cosa consisterà:

7 ... quando il Signore Gesù apparirà dal cielo con gli angeli della sua potenza, 8 in un fuoco fiammeggiante, per far vendetta di coloro che non conoscono Dio, e di coloro che non ubbidiscono al vangelo del nostro Signore Gesù. 9 Essi saranno puniti di eterna rovina, respinti dalla presenza del Signore e dalla gloria della sua potenza.
Al ritorno di Cristo, i non salvati saranno respinti eternamente dalla presenza del Signore e dalla gloria della sua potenza. La porta del cielo sarà chiusa per sempre a loro.
1 Tessalonicesi 5:3 ci fa capire che non ci sarà scampo in quel giorno. Al momento della morte, o al momento del ritorno di Cristo per chi sarà ancora in vita, la porta alla salvezza sarà chiusa. Non ci sarà alcun modo di chiedere misericordia, non ci sarà modo di chiedere un'altra possibilità. Chi non sarà già dentro, resterà fuori, respinto per sempre dalla presenza del Signore.
Badate di non rifiutarvi d'ascoltare colui che parla; perché se non scamparono quelli, quando rifiutarono d'ascoltare colui che promulgava oracoli sulla terra, molto meno scamperemo noi, se voltiamo le spalle a colui che parla dal cielo (Ebrei 12:25)
Chi non si ravvede oggi, prima della morte, e prima del ritorno del Signore, non avrà alcuna speranza, sarà sottoposto ad eterna rovina, respinto da Dio.
Per rendere ancora più vivido e chiaro l'insegnamento, Paolo paragona la rovina improvvisa di coloro che non sono salvati alle doglie di una donna incinta. Una donna incinta non sa esattamente il giorno e l'ora in cui inizieranno le doglie. Ma esse inizieranno, senza possibilità di scampo. Così è per il giudizio di Dio. Non si conosce il giorno, ma arriverà sicuramente. Quanto sarà terribile per coloro che avranno rifiutato di cercare Dio con tutto il loro cuore. Quando Cristo ritornerà, sarà per essi una terribile sorpresa.

v. 5:4-7 restiamo svegli, come figli della luce
Iniziando al v.4, Paolo descrive quanto sarà diverso per chi è veramente salvato. Leggiamo i vv.4-7.
4 Ma voi, fratelli, non siete nelle tenebre, così che quel giorno abbia a sorprendervi come un ladro; 5 perché voi tutti siete figli di luce e figli del giorno; noi non siamo della notte né delle tenebre. 6 Non dormiamo dunque come gli altri, ma vegliamo e siamo sobri; 7 poiché quelli che dormono, dormono di notte, e quelli che si ubriacano, lo fanno di notte. (1 Tessalonicesi 5:4-7)
v.4 quel giorno non dovrà sorprenderci
Per noi che siamo veramente salvati, il ritorno di Cristo non deve sorprenderci. Non conosciamo la data, ma sappiamo che Cristo ritornerà.
Supponiamo che mia madre mi scriva, e dica che arriverà, senza dirmi la data. Non so la data, ma quando arriverà, non sarò sorpreso, anzi, sarò gioioso. Pur non conoscendo la data, giorno per giorno, guarderò dalla finestra, sperando di vederla. Quando finalmente la vedrò, avrò grande gioia. Così sarà per coloro che aspettano il ritorno di Cristo. Essi non saranno sorpresi di vederLo.
Ascoltiamo alcuni versetti che parlano di come un credente deve vivere, alla luce della realtà del ritorno di Cristo.

Ormai mi è riservata la corona di giustizia che il Signore, il giusto giudice, mi assegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti quelli che avranno amato la sua apparizione. (2 Timoteo 4:8)

12 E ci insegna a rinunziare all'empietà e alle passioni mondane, per vivere in questo mondo moderatamente, giustamente e in modo santo, 13 aspettando la beata speranza e l'apparizione della gloria del nostro grande Dio e Salvatore, Cristo Gesù. (Tito 2:12-13)

11 Poiché dunque tutte queste cose devono dissolversi, quali non dovete essere voi, per santità di condotta e per pietà, 12 mentre attendete e affrettate la venuta del giorno di Dio, in cui i cieli infocati si dissolveranno e gli elementi infiammati si scioglieranno! (2 Pietro 3:11-12)
La verità in questi versetti è chiara. Ogni vero figlio di Dio vive in attesa del ritorno di Cristo. Non sa il momento, ma non vede l'ora. Quando Cristo ritornerà, il vero credente non sarà sorpreso. Sarà gioioso.
Che contrasto con coloro che non sono salvati! Non stanno aspettando il ritorno di Cristo. Saranno sorpresi, con un terribile spavento ed un terrore che durerà per tutta l'eternità.

v.5 siamo figli della luce
Al v.5, abbiamo letto che siamo figli della luce. Prima della salvezza, eravamo figli delle tenebre. Quando Cristo ci ha salvato, ci ha trasportati dalle tenebre alla luce. Leggiamo di questo in Colossesi 1:12,13:
ringraziando con gioia il Padre che vi ha messi in grado di partecipare alla sorte dei santi nella luce. Dio ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasportati nel regno del suo amato Figlio. (Colossesi 1:13)
Prima della salvezza, eravamo nelle tenebre, schiavi del peccato, come gli altri. Ora, siamo nel regno di Cristo, nella luce. Perciò, è essenziale camminare nella luce.
Efesini 5 parla dell'importanza di non avere come compagnia chi ancora cammina nelle tenebre.

5 Perché, sappiatelo bene, nessun fornicatore o impuro o avaro (che è un idolatra) ha eredità nel regno di Cristo e di Dio. 6 Nessuno vi seduca con vani ragionamenti; infatti è per queste cose che l'ira di Dio viene sugli uomini ribelli. 7 Non siate dunque loro compagni; 8 perché in passato eravate tenebre, ma ora siete luce nel Signore. Comportatevi come figli di luce, 9 poiché il frutto della luce consiste in tutto ciò che è bontà, giustizia e verità, 10 esaminando che cosa sia gradito al Signore. 11 Non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre; piuttosto denunciatele; 12 perché è vergognoso perfino il parlare delle cose che costoro fanno di nascosto. (Efesini 5:5-12)
Avendo la grande benedizione di appartenere alla luce, camminiamo nella luce.
il dunque: v.6 non dormiamo
Al v.6, arriviamo ad un importante dunque. Finora, Paolo ci ha ricordato delle meravigliose benedizioni che abbiamo in Cristo. In Cristo, abbiamo una speranza viva, così che, anziché temere il ritorno di Cristo, possiamo aspettarlo con gioia. Per la grazia di Dio siamo diventati figli di Dio. Ora, egli spiega come dovremmo vivere alla luce di questa realtà. Leggiamo i vv.6,7:
6 Non dormiamo dunque come gli altri, ma vegliamo e siamo sobri; 7 poiché quelli che dormono, dormono di notte, e quelli che si ubriacano, lo fanno di notte. (1 Tessalonicesi 5:6-7)
Alla luce di tutto questo, e alla luce della realtà del ritorno di Cristo, Paolo ci esorta a non dormire come gli altri, ma a vegliare e a essere sobri. Consideriamo il senso dell'esortazione di non dormire.
Per capire meglio questa esortazione, consideriamo il sonno fisico. Quando una persona è veramente addormentata, sa poco o niente della realtà intorno a sé. In quel momento, i suoi sogni sono la sua realtà.
Spiritualmente, è molto simile. Dormire in senso spirituale vuol dire non essere coscienti delle realtà spirituali intorno a noi. Per esempio, vuol dire vivere senza tenere conto del pericolo spirituale e delle conseguenze spirituali che ci sono per ogni decisione della vita. Vuol dire agire e decidere in base alle cose del mondo, e non alle verità spirituali.
Chi pecca dorme spiritualmente, perché è sveglio ai piaceri del peccato, ma addormentato alla realtà del giudizio.
Quindi, in base al fatto che siamo figli della luce, salvati per mezzo di Gesù Cristo, Paolo ci esorta a rimanere svegli alla realtà spirituale. Anziché dormire, dobbiamo vegliare. Dobbiamo valutare tutte le cose alla luce dell'eternità, alla luce della Parola di Dio.
Ogni decisione ha un'importanza spirituale. Perciò vegliare non vuol dire solamente seguire Cristo nelle decisioni importanti, ma anche nel modo di gestire quello che facciamo nel nostro tempo libero, o come spendiamo i soldi, o come ci rilassiamo, o quali amici frequentiamo. Dio ci chiama ad essere svegli, spiritualmente preparati e attenti, in tutta la nostra vita. Non è un comandamento limitato. Dobbiamo renderci conto che ogni decisione deve essere una decisione spirituale. Dobbiamo valutare tutte le cose nella nostra vita alla luce della nostra crescita spirituale. Dobbiamo essere spiritualmente svegli in ogni cosa. Solo così siamo spiritualmente svegli anziché addormentati.

vv. 6,7 sobri e non ubriachi
Oltre a non dormire e a rimanere svegli, Paolo ci esorta ad essere sobri, a non ubriacarci. Nel NT, il senso della parola "sobrio" non è riferito tanto all'alcol, quanto a un modo di essere tranquilli, seri e attenti.
Se pensiamo a cosa vuol dire essere sobri e ubriachi in senso fisico, possiamo capire meglio come Dio vuole che viviamo. Una persona ubriaca è controllata dall'alcol. Non riesce a concentrarsi bene. Ha i sensi intorpiditi. Questa è l'ubriachezza fisica.
Si può essere ubriachi anche in senso spirituale. Per esempio, quando una persona è molto piena dei pensieri del mondo, o degli impegni mondani, o delle preoccupazioni della vita, o dei piaceri e dei divertimenti della vita, questo è un tipo di ubriachezza spirituale, che rende i sensi spirituali intorpiditi.
Per esempio, nella parabola del seminatore e dei quattro tipo di terra, Gesù parla di quelle persone in cui la verità viene soffocata dai pensieri della vita.
Contrariamente a questo, Dio ci chiama ad essere sobri, cioè, a non essere così presi dai tanti pensieri della vita da non riuscire a essere attenti alle cose spirituali. Dobbiamo restare spiritualmente svegli in ogni momento.
In senso pratico, mentre gli altri bevono, ovvero, mentre si riempiono con pensieri sulle cose del mondo, noi, sapendo che siamo in una guerra spirituale, dobbiamo stare attenti. Mentre gli altri fissano i pensieri sulle cose di questo mondo, sulla sicurezza economica, sul divertimento, su tutte quelle cose che il mondo offre, noi dovremmo fissare il nostro sguardo e la nostra attenzione sulle cose di Dio. Questo è il senso dell'esortazione di svegliarci ed essere sobri.

v.7 i non salvati
Quelli che dormono, e quelli che si ubriacano, lo fanno di notte. La notte rappresenta le tenebre, quando si è lontani dalla luce. Le persone che commettono peccati, si tengono lontane da Dio. Se chi si definisce credente cammina nelle tenebre, non mostra di appartenere veramente a Dio. Camminiamo nella luce, in modo sobrio!
v. 5:8 l'armatura del credente
Allora Dio ci esorta ad essere sobri. Il versetto 8 ci aiuta a capire come possiamo applicare quest'esortazione.
Ma noi, che siamo del giorno, siamo sobri, avendo rivestito la corazza della fede e dell'amore e preso per elmo la speranza della salvezza. (1 Tessalonicesi 5:8)
Il modo di restare svegli e sobri è rivestirci con la corazza della fede e dell'amore e prendere per elmo la speranza della salvezza. Consideriamo come fare questo in senso pratico.
La parola "rivestire" è un verbo che indica azione. Bisogna farlo, ogni giorno. Chi lavora in ospedale in certi reparti si copre con guanti di protezione, e lo fa ogni giorno. Similmente, dobbiamo rivestirci ogni giorno con questa corazza.
La corazza della fede indica la fede in Cristo. In senso pratico, vuol dire porre la fede in Dio anziché nelle cose di questo mondo. Vuol dire credere alle verità della Parola di Dio anziché ai consigli del mondo e al nostro discernimento. Questa fede diventa una forte corazza che ci protegge dai pericoli spirituali. Questo è un aspetto del rimanere svegli e sobri.
Poi, siamo chiamati ad avere anche la corazza dell'amore. Abbiamo già visto in questa lettera quanto è importante crescere sempre di più nell'amore gli uni per gli altri. Quando abbiamo la corazza dell'amore, cerchiamo il bene degli altri, anziché solo il nostro bene e le nostre preferenze. Impegnarci ad amare veramente gli altri è una forte difesa contro il peccato.
Un'altra parte dell'armatura che ci protegge e che ci permette di stare svegli e sobri è prendere l'elmo della speranza della salvezza.
In pratica, vuol dire sperare nel ritorno di Cristo, anziché nelle cose di questo mondo. Una persona non salvata spera in qualsiasi cosa tranne che in Dio. C'è chi spera nella sua religione, chi spera nei soldi, chi in se stesso, chi nella carriera. Un figlio di Dio deve sperare nel ritorno di Cristo. Questo diventa un elmo che protegge i suoi pensieri dai tanti inganni del mondo. Anche questo fa parte dell'essere sobri e svegli.
Invito ciascuno di voi a valutare se stesso, per riconoscere in che cosa sta sperando.
Dobbiamo proteggere i nostri pensieri, con l'elmo della speranza della salvezza. È quella l'unica speranza degna per un figlio di Dio. È l'unica speranza che non ci deluderà.

v. 5:9-10 la base della salvezza: Cristo
Per concludere questi pensieri, Paolo ci ricorda del fondamento della nostra speranza, quello che ci permette di vivere nella luce, e non più nelle tenebre.
v.9-10. "Dio infatti non ci ha destinati a ira, ma ad ottenere salvezza per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo, il quale è morto per noi affinché, sia che vegliamo sia che dormiamo, viviamo insieme con lui."
Le persone intorno a noi sono destinate all'ira di Dio, se non si ravvedono e non si convertono a Cristo. Quest'ira durerà per tutta l'eternità.
Per mezzo dell'opera di Cristo sulla croce per noi, noi che siamo veramente salvati non siamo destinati più ad ira, perché Gesù Cristo ha già subito l'ira di Dio per noi.
Invece dell'ira, siamo destinati ad ottenere la salvezza. Per mezzo dell'opera di Cristo, il nostro destino è avere la vita eterna, la piena comunione con Dio stesso. I problemi di oggi, le prove, le difficoltà, saranno tutti dimenticati. Invece, avremo gioia, senza misura, avremo cuori soddisfatti, come non sono stati mai soddisfatti in questa vita. Questo è ciò che aspetta ogni figlio di Dio.
Questa meravigliosa salvezza è per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo. È impossibile ottenere la salvezza per contro proprio. La salvezza che abbiamo ricevuto è totalmente per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo.
Nel v. 10, Paolo parla di un risultato del fatto che Cristo è morto per noi.

"il quale è morto per noi affinché, sia che vegliamo sia che dormiamo, viviamo insieme con lui".
Il senso di vegliare e dormire qui è il senso che abbiamo visto nel capitolo 4, quando si parlava di quei credenti che erano ancora in vita, e quelli che avevano lasciato i loro corpi nella morte fisica. La verità del v.10 è che dal momento che Cristo ci ha salvati, noi saremo sempre con Lui, sia che siamo fisicamente in vita, sia che abbiamo lasciato questo corpo con la morte fisica, che qui viene chiamata "dormire".
Grazie a Dio, non dobbiamo aspettare la fine del mondo per dimorare in Cristo. Chi è salvato, già è in Cristo, e può dimorare in Cristo ogni giorno. Infatti, Dio ci esorta a dimorare in Cristo. Se abbiamo il cuore fisso su Lui, se confessiamo i nostri peccati giorno per giorno, allora dimoreremo in Cristo, e avremo già un assaggio della gioia dell'eternità.

v. 5:11 il perciò: possiamo consolarci a vicenda
Paolo conclude questo brano con un meraviglioso perciò. Ascoltiamo il v.11:
Perciò, consolatevi a vicenda ed edificatevi gli uni gli altri, come d'altronde già fate. (1 Tessalonicesi 5:11)
Perciò, considerando la viva speranza che abbiamo alla luce del ritorno di Cristo, considerando che per mezzo dell'opera di Cristo non siamo più schiavi delle tenebre, e che abbiamo la certezza che staremo sempre con Cristo, alla luce di queste meravigliose verità, possiamo veramente consolarci ed edificarci.
Chi non ha Cristo può solo consolare con parole vuote. Senza Cristo non c'è alcuna vera consolazione. Invece chi è in Cristo può veramente consolare altri veri credenti con le verità che non cambieranno mai. Le verità di Dio possono darci pace in qualsiasi prova.
In più, possiamo edificarci l'un l'altro. Edificare vuol dire rendere più forte. Possiamo edificare aiutandoci l'un l'altro a conoscere meglio le verità di Dio.

conclusione
Quindi fratelli, ricordiamo che Cristo ritornerà! Non sappiamo il giorno, ma sappiamo che sarà il giorno più importante per ogni persona nel mondo, perché in base alla propria condizione quel giorno, ciascuno di noi passerà l'eternità o in grandi tormenti, o in una gioia immensa.
Dio esorta noi che sappiamo di essere salvati per l'opera di Cristo, a non dormire più, ovvero, a restare pienamente svegli e sobri, riconoscendo l'importanza di ogni nostra decisione e pensiero. Non dobbiamo riempirci la testa di tanti pensieri in modo da essere spiritualmente assopiti.
Abbandoniamo ogni peccato, e qualunque cosa che potrebbe rallentare la nostra crescita. Poniamo tutta la nostra fiducia in Dio, e non nei soldi, né nella carriera, né in altre persone, né in noi stessi, ma completamente e solamente in Dio.
Cerchiamo oggi di dimorare di più nella presenza di Dio, di goderLo di più, giorno per giorno. Consoliamoci l'un l'altro, e impegniamoci a edificarci l'uno con l'altro. Grazie a Dio per l'opera di Cristo, che ci ha trasportato dalle tenebre alla luce eterna! Viviamo in attesa del ritorno di Cristo!